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25 Luglio 2020 giorno intero
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25 LUGLIO

San Giacomo, apostolo

Festa

dal Martirologio Romano

Festa di S. Giacomo Apostolo, che, figlio di Zebedeo e di Maria Salome e fratello di Giovanni evangelista, fu testimone con Pietro e Giovanni della Trasfigurazione del Signore e della Sua agonia.

Decapitato vicino alla festa di Pasqua da Erode Agrippa, fu il primo degli apostoli a ricevere la corona del martirio.

Nel 2004 cadendo la festa dell’Apostolo di Domenica, a S. Giacomo de Compostela in Spagna, dove si venera secondo la tradizione il suo sepolcro, per un privilegio speciale, si celebra un solenne giubileo.

 

O Dio onnipotente ed eterno, tu hai voluto che San Giacomo, primo fra gli apostoli, sacrificasse la sua vita per il Vangelo: per la sua gloriosa testimonianza conferma la tua Chiesa e sostienila sempre con la tua protezione.

Per il nostro Signore…

Amen.

25 luglio 1471

Muore nel Convento di Angers in Francia il Beato Giovanni Soreth. Un gran numero di persone accorse alla sua tomba, tra cui il Duca Renato I d’Angiò. Fu uno dei grandi Priori Generali dell’Ordine. Il riformatore francescano Brugman lo elogiò «come una forte guida non solo per il proprio Ordine, ma per tutti i mendicanti». Il carmelitano Battista Spagnoli, detto il Mantovano, gli dedicò una elegia e Lorenzo Bureau compose quest’elogio:

Summus Honor patriæ Nomannæ gloria gentis

Hic prior exemplum religionis erat.

Doctrina clarus, dicendis nobilis arte,

Cœnobioque suo regula recta fuit.

Femineos numero conventus quinque cœegit,

Quos coluit Petri quæ fuit ante ducis

Moribus in terris novit quem europa virentem,

Nunc vita functum urbs Andegavensis habet.

25 luglio 1652

A Cambrai in Francia fondazione del Convento dei nostri padri sotto il titolo di San Giuseppe.

25 luglio 1794

Muore il Beato martire, Michele Luigi Brulard, sacerdote Carmelitano Scalzo, (non si conosce il nome da religioso) per non aver voluto prestare il giuramento di fedeltà alla Costituzione durante la Rivoluzione Francese. Prigioniero in una delle navi negriere, ancorate nella rada di Rochefort, diocesi di La Rochelle, muore, all’età di 36 anni. «Uno non ci crederebbe mai, se non fosse testimone, che un corpo vivo potesse giungere ad un punto incredibile di magrezza così come io l’ho visto ridotto», scriveva un compagno di deportazione. Un altro sopravvissuto ci descrive il padre come a «un degno figlio di Santa Teresa, che non viveva se non di sacrifici e non parlava altro linguaggio che quello della più pura spiritualità». Fu sepolto nell’isola di Aix.

25 luglio 1835

Alla sera tra le sette e le nove, la folla esaltata assale con fiaccole incendiarie i Conventi di Barcellona in Spagna. Simili atti di violenza si erano verificati poco prima a Saragozza e a Murcia. «Ero un giovane di 23 anni, scrive Francesco Palau, arrivò la rivoluzione del 1835 che incendiò il mio Convento. Durante il terribile assalto erano così vivi i miei desideri di vedere la mia Amata senza veli a faccia a faccia (di subire il martirio e vedere la Chiesa-Cristo svelatamente), che non mi curai di uscire di mezzo alle fiamme. Venne la mia Amata. Mi tese la sua mano e uscì illeso». Alla fine del mese, Francesco Palau, come altri religiosi, viene rinchiuso nella prigione barcellonese della Cittadella. Porta ancora l’abito carmelitano ma capisce che per uscire dal carcere bisogna mettere abiti secolari e procurarsi un passaporto per trasferirsi liberamente al paese nativo.

25 luglio 1886

Jaime Gascón Bordás nasce a Forcall (Castellón) in Spagna, il 25 luglio 1886 ed è stato battezzato lo stesso giorno. Ha studiato al seminario minore diocesano dall’età di undici anni. A sedici anni, entrò nel noviziato dei Carmelitani Scalzi del Deserto di Las Palmas (Castellón) col nome di fra Jaime di Santa Teresa, dove professò il 12 marzo 1903. Dopo aver completato gli studi, fu ordinato sacerdote a Saragozza 14 ottobre 1909 e inviato al convento di San Clemente de la Mancha (Cuenca), e subito dopo, ancora una volta, al Deserto de Las Palmas (Castellón). Nel 1918 fu incorporato nella provincia catalana nel convento di Barcellona. Ha insegnato teologia dogmatica e morale e si è dedicato al confessionale. Diabetico, non ha mai goduto una buona salute. Il 20 luglio 1936, quando lasciò il convento, fu picchiato fino a quando cadde ferito. È stato poi trascinato e portato su una macchina della polizia dove un miliziano gli ha sparato. Lo portarono all’ospedale, dove morì il 24 luglio a causa delle ferite ricevute. Fu sepolto nel cimitero di Sarriá. Aveva 49 anni. Fu Beatificato a Roma il 28 ottobre 2007 insieme a 497 martiri della persecuzione religiosa spagnola.

25 luglio 1936

Il 21 luglio, durante la Guerra Civile spagnola, i rivoluzionari giunsero alla chiesa dei padri Carmelitani Scalzi di Tarragona, i padri per sfuggire alla persecuzione si rifugiarono presso amici e scoperti dai miliziani professarono con animo sereno, la loro condizione religiosa, motivo per cui furono uccisi. L’uccisione di tre padri, di quattro Fratelli Terziari de la Enseñanza avvenne nel periodo compreso tra il 25 luglio 1936 e l’11 novembre 1936. Essi fanno parte di un gruppo di 147 compagni in quell’anno a Tarragona e altrove, come si afferma in odio alla fede tra loro 3 sacerdoti professi Carmelitani Scalzi, 4 Fratelli conversi professi, 4 Fratelli Terziari de la Enseñanza. Con loro subirono il martirio Il Vescovo ausiliare di Tarragona, Mons. Manuel Borrás Ferré, che intesta il gruppo dei martiri, 68 sacerdoti diocesani, 30 monaci O.S.B. di Montserrat, un sacerdote cappuccino, 7 religiosi C.M.F. e 39 Fratelli delle Scuole Cristiane.

Angelo di San Giuseppe (Giovanni Fort Rius), fratello laico professo dell’Ordine.

Vincenzo della Croce, (Vincenzo Gallen Ibáñez), sacerdote professo dell’Ordine.

Carlo di Gesù Maria (Carlo Barrufet Tost), fratello laico professo dell’Ordine.

Elipio di Santa Teresa (Filippo Arcez Fernández), sacerdote professo dell’Ordine.

Pietro di Sant’Elia (Pietro de Heriz Eguiluz), sacerdote professo dell’Ordine.

Damiano della Trinità (Damiano Rodríguez Pablos), fratello laico professo dell’Ordine.

Giuseppe Cecilio di Gesù Maria (Giuseppe Alberich Lluch), fratello laico professo dell’Ordine.

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