19 APRILE
19 aprile 1582
A Burgos in Spagna, Teresa di Gesù, fonda il l’ultimo (il diciassettesimo) Monastero delle nostre monache sotto il titolo del Glorioso San Giuseppe di Sant’Anna. La Madre Teresa di Gesù partì da Avila il 2 gennaio per la fondazione di Burgos con la nipote Teresita, ancora novizia, Anna di San Bartolomeo, la fedele e inseparabile compagna, segretaria ed infermiera, e tre monache fondatrici (altre due le si sarebbero unite durante il viaggio, una a Valladolid e un’altra a Palencia). Erano accompagnate dal padre Gracián e da altri due Carmelitani. «Quel giorno piovve e nevicò quasi in continuazione; e Teresa ebbe un attacco di gotta…». La comitiva arrivò a Burgos il 26 gennaio. Ma le fatiche e i contrasti da superare non erano terminati. Il Signore la sprona a non fermarsi «Di che temi? Quando mai ti sono mancato? (Fondazioni 29,6). «Non badare al freddo, ché io sono il vero calore» (Fondazioni 31,11). «Ora, Teresa, tieni duro!», le disse proprio riguardo alla fondazione di Burgos. «È il denaro a farti esitare?», le disse con tono di rimprovero in un momento di esitazione (Fondazioni 31,36). «Di che temi? La cosa è ormai finita: puoi andartene», le disse ancora quando ormai tutto era sistemato, ma Teresa di Gesù non aveva ancora il coraggio di partire (Fondazioni 31,49). È il suo ultimo Carmelo. È l’ultima e la più travagliata delle sue fondazioni, che compromise di molto il suo già compromesso stato di salute. Moriva, infatti, sei mesi dopo.
19 e 20 aprile 1585
Nel Monastero di Santa Maria degli Angeli in Firenze, Santa Maria Maddalena de’ Pazzi vive la sua seconda esperienza mistica della Passione il Giovedì Santo dopo le diciotto, e vi rimane fino alle sedici di venerdì senza mai uscirne. Vederla fu uno spettacolo di grande compassione e di grande esempio, ed è quasi impossibile per chi non l’ha vista con i propri occhi riuscire a crederlo. Accompagnava Gesù fisicamente nei vari luoghi e in tutti i misteri che Egli patì, mostrando di vederlo soffrire tutti i patimenti della passione, e la passione si trasferiva pienamente in lei per quanto poté sopportare la sua fragilità e delicatezza.
19 aprile 1586
Muore a Palencia in Spagna Don Alvaro de Mendoza, Vescovo di Avila (1560-1577) e poi di Palencia (1577-1586). Grande amico e sostenitore di Teresa di Gesù. Non giunse subito a fare amicizia con Teresa, ma conquistato alla sua opera, l’aiutò fino alla morte e non ci furono più interruzioni, né nella fedeltà né nelle dimostrazioni di generosità. Subito dopo la fondazione del Monastero di San José, si affezionò a questa casa: ne divenne il protettore, il padre sollecito del suo bene, l’amico che «si compiaceva di favorire questa casa in tutti i modi possibili», come afferma Teresa stessa nel Cammino di perfezione (cap. 5,7). Egli era una «persona di gran religione e santità e gran servo di Dio… appartenendo a una grande nobiltà» (Ibid.). Quando gli era possibile, si recava al Monastero per condividere la vita delle monache, come quando portò loro a vedere il Crocifisso che esse si guadagnarono col canto di alcune strofe di «Resta con noi, Signore», e che egli regalò loro volentieri. L’amicizia di Don Alvaro de Mendoza e l’ammirazione che egli nutrì per Teresa crebbero a misura che egli imparava a conoscerla. Quella di Teresa per Don Alvaro fu un’amicizia priva di ombre, un’amicizia nella quale l’affetto reciproco fu sicuro anche durante i lunghi silenzi e quando non si manifestò. Teresa lo sapeva bene molto bene, anche se, un giorno, gli scrisse quasi per implorare il suo affetto e il suo ricordo: «Oh Signore! Vostra Signoria, avendo intorno a sé tante anime sante, ha ormai imparato a conoscere quelle che non lo sono, e si dimentica di me. Eppure, in cielo, vedrà di dover forse più a questa povera peccatrice che non a tutte le altre» (Lt gennaio 1574). Fra i favori ricevuti da Don Alvaro Teresa ne apprezzò in modo particolare uno, quando gli chiese di rinunciare alla sua giurisdizione sul Monastero di San José per poterlo sottoporre, come gli altri, all’obbedienza dell’Ordine (1577). Accettò a condizione che ovunque Teresa fosse morta sarebbe stata sepolta ad Avila, nel Monastero di San José, dove egli stesso vi aveva preparato la loro sepoltura, per il grande desiderio (non soddisfatto però), di essere sempre vicino alla sua grande amica. Non fu l’unica cosa che gli costò, ma la più sofferta fu quella di scrivere all’Arcivescovo di Burgos che non manteneva la promessa fattagli di una fondazione in città. Dietro le mie insistenze «Egli fece quanto gli chiesi, – scrive Teresa – e non fu poco; vi acconsentì, visto che si trattava di rendere un servizio a Dio e di fare piacere a me – cosa a cui non è mai venuto meno – compiendo uno sforzo di volontà; ma mi scrisse che quanto aveva fatto per il nostro Ordine non era nulla in confronto a quelle che gli era costato l’invio di questa lettera» (Fondazioni 31,44). A don Alvaro de Mendoza riviene l’onore, mai superato, di aver così contribuito a due fondazioni teresiane: la prima (1562) e l’ultima (1582). Don Alvaro riposa, senza Teresa, nel presbitero della Chiesa del Monastero di San José in Avila.
19 aprile 1794
A Parigi in Francia viene condannata a morte e ghigliottinata M. de Chamboran, monaca professa del Monastero di Gesù e Maria di Saint-Denis, città nei dintorni di Parigi, per aver rifiutato di prestare il giuramento di fedeltà alla Costituzione Civile del Clero. Sola affrontò la morte. La Rivoluzione Francese scacciò le monache dal loro Monastero nel mese di settembre del 1792, queste si dispersero presso familiari e amici di Parigi e di Saint-Germain-en-Laye. Una monaca inglese si rifugiò nel Carmelo di Lanherne (Inghilterra), un’altra a Bruxelles, tutte soffrirono privazioni e grandi sofferenze.
19 aprile 1851
Sabato Santo, Agostino Maria del SS. Sacramento (Hermann Cohen) è ordinato sacerdote. Il giorno seguente, Domenica di Pasqua, canta la sua prima Messa. Ignoriamo il luogo e il vescovo che conferì l’Ordinazione.
19 aprile 1891
Sant Elisabetta della Trinità (Elisabetta Catez), nella chiesa di San Michele a Digione in Francia, si accosta per la prima volta alla mensa Eucaristica. Appena uscita di chiesa, Elisabetta confida alla piccola amica Marie-Louise Hallo: «Non ho fame, Gesù mi ha nutrito». «In questo grande giorno noi ci siamo completamente donati l’uno all’altra» dirà Elisabetta (L 178). Nel pomeriggio visita per la prima volta il Carmelo. La priora le svela il segreto del nome ricevuto al Battesimo, Elisabetta: casa abitata da Dio! Qualche anno dopo, un mattino, dopo la Comunione, come un messaggio personale di Dio, emerge una scelta che ormai cristallizzerà i suoi desideri e i suoi sogni: «Mi sembrava che la parola Carmelo fosse pronunciata nella mia anima».
19 aprile 1899
Gregorio Sánchez Sancho, nacido en Valdecarros (Salamanca) el 19 de abril de 1899, bautizado e1 23 del mismo mes, fue confirmado en 1909. Ingresó en el Seminario Teresiano de Medina del Campo en 1910. Terminado el bachillerato, profesó en el Carmelo de Segovia en 1916 col nome di Fra Tirso de Jesús María. Estudió filosofía en Ávila y teología en Toledo. Ordenado sacerdote en diciembre de 1923, es enviado a Cuba al comienzo de 1924. Gran apostolado en La Habana, en Ciego de Ávila, Matanzas, Sancti Spiritus. Famoso por su predicación, escribió mucho en prosa y más en verso. Vuelto a España en 1933 es destinado a Toledo. Sigue su apostolado y en su tarea de escritor. Apresado por los milicianos a finales de agosto de 1936, y encarcelado se le somete a un juicio, injusto, ante el Tribunal Popular de Toledo que le condena a muerte el 6 de septiembre. Se le fusila al amanecer del día 7 en Toledo. Da, al morir, ejemplo impresionante de cómo hay que perdonar, bendecir y amar. Tal como había hecho ya en carta a sus padres, escrita pocas horas antes de la ejecución. Fu Beatificato a Roma il 28 ottobre 2007 insieme a 497 martiri della persecuzione religiosa spagnola.