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13 Giugno 2019 giorno intero
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13 GIUGNO

Sant’Antonio di Padova, sacerdote e dottore della chiesa

Memoria

13 giugno 1619

A Genova fondazione del secondo Monastero delle nostre Monache della città, sotto il titolo della Beata Teresa di Gesù. Fondatrici erano Geronima dello Spirito Santo (Villalobos), Anna Maria della Beata Teresa di Gesù, Paola Francesca di Santa Maria, Teresa di Gesù, Maria Caterina di San Giovanni, Anna Geronima di Gesù, Maria Maddalena della Croce, Maria Dorotea di San Francesco novizia e Lorenza di San Francesco conversa. Al Monastero si devono le fondazioni di Savona (1623 che fondò Casalnoceto nel 1687) e di Firenze (1630).

13 giugno 1623

Nel Monastero di San José ad Avila in Spagna, muore Isabella di San Domenico (Ortega). Nata il 25 marzo 1536 a Cardeñosa, villaggio nei pressi di Avila, figlia di Giovanni Sedeño de Montalvo y Tapia e di Maria de Vargas; fu avviata al Carmelo di San José dal suo confessore San Pietro d’Alcántara. Entrò a 23 anni il 4 ottobre 1563 e professò il 21 ottobre 1565. Fu tra le prime 12 compagne di Teresa di Gesù a San José e concorse alla sua fondazione con una dote di 600 ducati. La Madre Teresa la prese con sé nel 1569 per la fondazione del Carmelo di Toledo e la lasciò come priora; da lì la chiamò per la fondazione del Carmelo di Pastrana (1569), dove fu priora per cinque anni, durante i quali (maggio 1574) per evitare i capricci della Principessa d’Eboli, Donna Anna de Mendoza, fuggì con la comunità da Pastrana per ordine di Teresa e trasferì la comunità a Segovia (Fondazioni 17,17). Dopo sedici anni consecutivi a Segovia, partì nel 1588, per la fondazione di Saragozza (1588), dove ancora fu priora per vari anni, esercitò il medesimo incarico a Ocaña (1598), nuovamente a Segovia e ad Avila come priora (1606-1610) dove si addormenta nel Signore. Gode del titolo di Venerabile. Depose al Processo per la beatificazione di Teresa di Gesù. Michele de Bautista Lanuza, scrisse la sua vita con il titolo: Vita della benedetta Madre Isabella di San Domenico, coadiutrice della Santa nella Nuova Riforma. – Madrid 1638.

13 giugno 1902

Luis Minguell Ferrer nacque a Pola de Gordón (León) Spagna il 13 di giugno del 1902 e fu battezzato il 6 di luglio. Intorno al 1908 la sua famiglia si trasferì a Badalona e nel 1912 Luis entrò nel Seminario Minore dei Carmelitani Scalzi di Barcellona. Nel 1917 entrò nel noviziato di Tarragona, col nome di fra Luis Maria de la Virgen de la Merced, professò il 15 di agosto de 1918. Terminati i suoi studi, fu ordinato sacerdote a Tarragona il 20 di dicembre del 1924. Conventuale a Barcellona per il resto della sua vita religiosa, se occupò della scuola del collegio. Con l’inizio della persecuzione religiosa nel luglio del 1936, P. Luis si rifugiò in casa di alcuni suoi amici  e poi nella casa di uno zio. Nonostante avesse ottenuto la documentazione necessaria per lasciare il paese, la cedette al P. Guglielmo della SS. Trinità. Cambiò diverse volte di nascondiglio per non compromettere coloro che lo nascondevano, malgradi ciò, fu sorpreso in casa di un suo fratello. Fu imprigionato il 26 di settembre. Condotto nel carcere di Sant’Elia, non si ebbero più sue notizie se non un anno dopo, quando un testimone riferì come il 22 di ottobre del 1936 lo prelevarono dal carcere per ucciderlo. Aveva 34 anni. Fu Beatificato a Roma il 28 ottobre 2007 insieme a 497 martiri della persecuzione religiosa spagnola.

13 giugno 1999

Durante il suo viaggio apostolico a Varsavia in Polonia, Giovanni Paolo II, nel corso di una solenne liturgia seguita da migliaia di persone, iscrive nel martirologio della Chiesa un gruppo di 108 martiri polacchi della seconda guerra mondiale, vittime dell’odio e dell’intolleranza nazista, che a diverso titolo testimoniarono la loro adesione a Cristo fino al dono della vita. Tra di loro figurano il beato Alfonso dello Spirito Santo (Mazurek) Carmelitano Scalzo del Convento di Czerna e il beato Ilarione Januszewski dei Carmelitani dell’antica osservanza. Del padre Mazurek, San Giovanni Paolo II ricordò: «Ebbi occasione di incontrarmi personalmente con questo testimone di Cristo, che nel 1944, come priore del Convento di Czerna, suggellò la sua fedeltà a Dio con la morte per martirio. Mi inginocchio con venerazione presso le sue reliquie che riposano proprio nella chiesa di San Giuseppe, e rendo grazie a Dio per il dono della vita, del martirio e della santità di questo grande religioso».

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