Quando:
30 Novembre 2020 giorno intero
2020-11-30T00:00:00+01:00
2020-12-01T00:00:00+01:00

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30 NOVEMBRE

Sant’Andrea, apostolo

Festa

dal Martirologio Romano

Festa di Sant’Andrea, apostolo.

Nato a Betzaida, fratello di Simon Pietro e come lui pescatore, fu il primo fra i discepoli di Giovanni il Battista ad essere chiamato dal Signore Gesù; lo seguì e condusse da Lui anche il fratello.

Dopo la Pentecoste, come si narra, predicò il Vangelo in Grecia e venne crocifisso a Patrasso, in Acaia.

È venerato dalla Chiesa di Costantinopoli come proprio illustrissimo patrono.

Dio onnipotente, esaudisci la nostra preghiera nella festa dell’apostolo Sant’Andrea, egli che fu annunziatore del Vangelo e pastore della tua Chiesa, sia nostro intercessore dal cielo.

Per il nostro Signore…

Amen.

30 novembre 1300 (?)

Sant’Andrea Corsini nasce a Firenze dalla nobile famiglia Corsini il giorno di Sant’Andrea apostolo, di cui riceve il nome al fonte battesimale. Dopo una vita dissipata e distratta verso il 1317 veste l’abito dei Carmelitani nel Convento della sua città.

30 novembre 1607

A Medina del Campo in Spagna muore Francesco de Yepes, fratello maggiore di Giovanni della Croce. Nato a nel 1530 Fontiveros figlio primogenito di Gonzalo di Yepes e di Caterina Álvarez. Dopo aver vissuto l’infanzia a Fontiveros e un breve soggiorno a Gález in casa di uno zio medico, si installò con sua madre e il fratello Giovanni ad Arévalo dove si sposa con Anna Izquierdo, originaria di Muriel de Zapardiel, poco distante da Arévalo. Francesco è analfabeta ma abile nei lavori manuali. Dopo quattro anni si trasferisce a Medina del Campo, in calle Santiago a nord della città, che sarà la dimora definitiva di Anna e di Francesco. Ebbero otto figli e con essi le prove più dolorose per la coppia, come la perdita prematura di sette figli, l’unica sopravvissuta si fece monaca cistercense nel Monastero di Sancti Spiritus in Olmedo col nome di Bernarda della Croce. Famiglia di autentici poveri che si distinguono per la sua carità e per il suo amore verso il prossimo. È in questa famiglia che vive oltre a Catalina la mamma anche Giovanni della Croce e vi rimarrà per 13 anni (1551-1564), dai 9 ai 22 anni. Francesco con la moglie rese visita a Giovanni della Croce a Duruelo (1568), vi era con loro anche la mamma Catalina Alvarez. Anna lava la biancheria, Catalina si occupa della cucina e Francesco come tuttofare svolge i diversi lavori che capitano. Una volta – Granada – presentando suo fratello Francesco, analfabeta e marginale, Giovanni della Croce disse: «Le presento mio fratello che è la persona al mondo che io più stimo. Qui lavora nei campi e si guadagna la giornata come gli altri operai, perché non ha altra ricchezza che il suo lavoro». Fu sepolto probabilmente il giorno dopo la morte, con opinione di santo, nella chiesa del Convento di Sant’Anna dei Calzati della stessa città. José Velasco scrisse la sua vita: Vita e Virtù del Venerabile Francesco de Yepes – Valladolid, 1615. Per questa fama di santità i suoi resti furono traslati il 4 novembre 1612 nella cappella del Cristo della medesima chiesa.

30 novembre 1631

La data del recupero del Monte Carmelo qui posta è quella ufficiale e coincide col permesso dato per iscritto a Prospero dello Spirito Santo dall’Emiro Ahmed Turabay di poter prendere possesso del Monte Carmelo e delle sue adiacenze dietro versamento di 500 piastre. Proprietario del Monte Carmelo infatti era l’Emiro Turabay, piccolo re nomade di alcune tribù arabe, tributario della Sublime Porta. Ci volle tutta l’abilità di padre Prospero per spuntarla con l’Emiro, innumerevoli furono i viaggi alle sue tende e innumerevoli gli assensi e i dissensi, secondo il temperamento orientale. Padre Prospero ottiene, il 29 novembre 1631, da Demetrio di Mitilene, procuratore dell’Emiro, il possesso della Scuola dei Profeti. Con l’obbligo di pagare all’Emiro e ai suoi successori un tributo annuo di duecento piastre, somma non indifferente. Così, dopo tre secoli e mezzo d’abbandono, i Carmelitani ritornano al Monte Carmelo. La tradizione narra che Prospero dello Spirito Santo fosse divenuto carmelitano proprio perché pensava alla restaurazione delle vita eremitica nei luoghi dei nostri antichi padri. Dal 1291, anno della caduta di San Giovanni d’Acri, il Monte Carmelo era in mano turca, mentre i Carmelitani si erano sparsi in tutta Europa. Prospero dello Spirito Santo, in viaggio verso la Persia (Iran) nel 1620, aveva scorto per la prima volta il Monte Carmelo. Nel 1627 con l’autorizzazione della fondazione di Aleppo era giunta anche quella per il Monte Carmelo. Egli partì a dorso di mulo, a Damasco dovette vendere la cavalcatura e procedere a piedi fino a Sidone. Corse pericolo di naufragio, perse tutto quanto aveva: salvò solo la vita. Prospero dello Spirito Santo governerà fino alla morte il Convento del Monte Carmelo in qualità di Vicario del Preposito Generale che, d’ora innanzi, prenderà anche il titolo di priore del Monte Carmelo in seguito alla decisione del Capitolo Generale del 1632.

30 novembre 1645

A Besançon città della Francia fondazione del Convento dei nostri padri sotto il titolo dei Ss. Miche e Giuseppe.

30 novembre 1883

Mentre frequenta le elementari al Vittorino da Feltre, nella Cappella dell’Istituto, il Servo di Dio Raffaello Carlo Rossi riceve il sacramento della Cresima.

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