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26 AGOSTO

Santa Teresa di Gesù, nostra Madre nella trasverberazione del cuore

Memoria

26 agosto 1608

In Nocera Umbra, ove si era recato per curarsi, muore, nel Convento dei Conventuali, Pietro della Madre di Dio (Villagrassa) in età di appena 43 anni. Nato a Daroca in Spagna il 16 agosto 1565. Studiò grammatica nella sua città natale e quindi frequentò ad Alcalá de Henares il corso filosofico. Ricevette l’abito nel 1582 nel Convento di San Pietro in Pastrana e negli anni successivi frequentò il corso teologico nel Collegio di San Cirillo di Alcalá de Henares. È inviato da Nicolò di Gesù Maria (Doria) in Italia ad accompagnare a Roma il Procuratore Generale Giovanni di San Girolamo. Si porterà poi a Genova nel Convento di Sant’Anna dove vi rimane sino al 12 novembre 1595. La sua fama di esimio predicatore giunse sino a Roma. Uomo di grande prestigio e ricercato oratore, coprì nella Congregazione d’Italia le più svariate cariche. Predicatore Pontificio, ufficio che eserciterà sotto i pontificati di Clemente VIII, Leone XI e Paolo V. Confessore dei cardinali del conclave che eleggerà Leone XI e del papa stesso. Clemente VIII al primo incontro con Pietro della Madre di Dio nel 1596 gli confidò il suo desiderio di creare una casa di Scalzi a Roma. Sarà lo stesso Pietro della Madre di Dio a fondare, l’anno seguente, il Convento di Santa Maria della Scala. È nominato Commissario Apostolico degli Agostiniani Scalzi. Il pontefice Paolo V lo nominò sovrintendente delle Missioni cattoliche, dicastero che precede la creazione di Propaganda Fide. Con il Breve In Apostolicæ dignitatis viene nominato da Clemente VIII Commissario Generale della Congregazione dei Carmelitani Scalzi d’Italia, carica che manterrà dal 1600 al 1605. Sarà poi eletto Preposito Generale nell’Aprile del 1608. Nel suo zelo per le Missioni mise a disposizione di Clemente VIII un gruppo di missionari che il Papa invierà in Persia nel 1604. Ebbe un grande merito nell’istituzione di Propaganda Fide, e l’Italia tutta lo riteneva Apostolo. All’annunzio della sua morte Paolo V disse in pubblico concistoro: «È caduta una grande colonna della Chiesa».

26 agosto 1648

A Lierre in Belgio fondazione del Monastero delle nostre monache sotto il titolo della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo e di San Giuseppe. L’idea di fondare secondo Monastero per le vocazioni inglesi venne ad Anna dell’Ascensione (Worsley), professa del Monastero di Mons e fondatrice di Anversa-Hopland. Essendo deceduta nel 1644, il progetto fu realizzato da Teresa di Gesù (Ward) e Anna degli Angeli, rispettivamente priora e sottopriora di Anversa-Hopland. Furono scelte dodici manche che lasciarono Anversa-Hopland il 26 agosto 1648 e giunsero a Lierre per dar vita al nuovo Carmelo. Erano: Margherita di Gesù (Mostyn 1625-1679) considerata la vera fondatrice del Carmelo, come pure di Darlington in Inghilterra (1794). Caterina del SS. Sacramento (Windoe), Marianna di Gesù (Foster), Isabella della Visitazione (Emery), Luisa di Gesù (Powdrel), Eugenia di Gesù (Lawson), Margherita di Gesù (Mostyn), Orsola di Tutti i Santi (Mostyn), Geronima di San Michele (Winter), la novizia Maria di San Giuseppe (Vaughan of Courfield) e le converse Margherita di San Francesco, (Johnson) e Alessia di San Winfride (Harris). Governò il Monastero per ventiquattro anni. Quando la bufera della Rivoluzione Francese giunse anche in Belgio il 2 luglio 1794, alle carmelitane di Lierre non ebbero altra scelta che emigrare in Inghilterra per non più ritornare in Belgio.

26 agosto 1736

Dopo aver seguito il cammino aspro della perfezione evangelica ed aver edificato e consigliato le sue consorelle e le novizie, si spegne in concetto di santità, a Beja in Portogallo, nel Monastero della Speranza, Maria Perpetua della Luce, Carmelitana. Per comando dei suoi confessori compose due volumi sulla propria vita e esperienza spirituale. In questi scritti Marianna Perpetua della Luce, offre numerosi consigli e pareri su vari punti della vita spirituale, mostrando la competenza di una maestra, quantunque non avesse studiato.

26 agosto 1794

Il Beato martire Jacques Retouret, carmelitano calzato, muore nell’isola Madame, alcune miglia lontano da La Rochelle in Francia, all’età di 48 anni. Come la maggior parte del Clero francese durante il Regime del Terrore che travagliò la Francia, il Beato Jacques rifiutò il giuramento a sostegno di una legge civile approvata unilateralmente, che decretava l’elezione dei vescovi e dei parroci direttamente dal popolo e successivamente approvate dal vescovo o dal Papa. Oltre a questa incriminazione, il Beato Jacques fu accusato di far parte di un gruppo di emigrati politici che avevano invaso il paese contro i rivoluzionari. Fu arrestato e condannato, insieme a molti altri sacerdoti e religiosi, e costretto all’esilio nella Guinea francese dell’America del Sud. Fu deportato a Rochefort e segregato in una nave prigione. Intanto accadeva che gli inglesi bloccavano la costa francese e impedivano, quindi la partenza delle navi. Le condizioni dei prigionieri sulle navi erano inimmaginabili: sovraffollamento, fame, malattie, freddo e caldo, odori insopportabili, persecuzione. È su una di queste navi che trovò la morte.

26 agosto 1878

Nel Carmelo da lei fondato a Betlemme in Palestina, si spegne Santa Mariám di Gesù Crocifisso (Mariám Baouardy), monaca conversa. “Alle cinque fu suonato l’Angelus; – racconta madre Maria di Gesù Bambino – Mariám fece il segno della croce e si videro le sue labbra muoversi. Le fu suggerita l’invocazione: Gesù mio, misericordia! ed essa disse: Oh! sì misericordia!. Furono le sue ultime parole. Padre Belloni interruppe le preghiere degli agonizzanti per darle un’ultima assoluzione e subito rese la sua bell’anima al Creatore, senza agonia, con un sorriso celeste nello sguardo, e dolcemente che appena potemmo accorgercene”. Erano le cinque e dieci del mattino. Aveva 33 anni di cui 12 trascorsi al Carmelo. Circa tre ore dopo la morte, il chirurgo, dottor Carpani, provvide ad estrarle il cuore, da inviare al Carmelo di Pau, in Francia. Subito vi si notò una cicatrice, ormai rimarginata, che mostrò ai presenti. Quindi fu redatto un certificato di tali osservazioni, firmato da tutti gli astanti. Il male che l’aveva rapidamente consumata continuò la sua opera, per cui la bara dovette essere rapidamente chiusa. Nel pomeriggio venne allestita la camera ardente nel coro conventuale. Il giorno seguente si celebrarono i solenni funerali, presieduti da Mons. Felice Valerga, segretario del patriarca di Gerusalemme ed accompagnati da numerosa folla. Quindi il corpo fu deposto all’ingresso del coro, a pochi passi dalla cappella.

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