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11 Marzo 2020 giorno intero
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11 MARZO

11 marzo 1635

Provenienti dal Monastero di Cremona giungono a Parma Maria Antonia di Sant’Alberto e Geronima di Santa Maria, accompagnate dal Padre Provinciale e da alcune dame cremonesi. Scopo del viaggio è la fondazione del primo Monastero teresiano della città, sotto il titolo di Maria SS. Immacolata. L’idea del Monastero è stata particolarmente auspicata da Donna Margherita Aldobrandini, che ha personalmente sollecitato l’autorizzazione da Urbano VIII.

11 marzo 1646

Nel «Carmelo reale» di Bruxelles in Belgio, muore in concetto di santità Margherita della Madre di Dio (Van Noort), novizia conversa formata da Anna di Gesù (Lobera). Illustre per il dono per miracoli, profezie e visioni; scrisse la sua autobiografia per obbedienza.

11 marzo 1765

A Firenze nel Monastero di Santa Teresa delle nostre monache, Anna Maria Redi veste l’abito del Carmelo, col nome di Teresa Margherita del Cuore di Gesù. Realizzò rapidamente la sua vocazione «di vita nascosta d’amore e di sacrificio», autenticata da un eroico servizio di carità fraterna.

11 marzo 1923

Il Servo di Dio Maria Eugenio di Gesù Bambino (Enrico Grialou) al termine dell’anno di noviziato emette nelle mani del Provinciale della Provincia di Avignone, Costantino dell’Immacolata Concezione, la Professione dei voti semplici, nel Convento di Avon in Francia.

11 marzo 1926

Il Servo di Dio Maria Eugenio di Gesù Bambino (Enrico Grialou) emette nelle mani del Provinciale di Avignone, Giuseppe Maria di Gesù, la Professione dei voti solenni, nel Convento di Lille in Francia.

11 marzo 2001

II Domenica di Quaresima, alle ore 10, il Santo Padre, San Giovanni Paolo II, durante la celebrazione dell’Eucaristia sul sagrato della Basilica Vaticana e proclamerà Beati i Servi di Dio: José Aparicio Sanz, presbitero, e 232 Compagni, presbiteri, religiosi, religiose e laici, martiri. Tra loro un gruppo di Carmelitane della Carità.

Bb. Apollonia del Santissimo Sacramento (Lizarraga beatificata nel 2007) e 24 compagne martiri:

Beata ElviraTorrentallé Paraire.

Era la superiora della comunità. Nacque il 19 giugno 1889 a Balsareny (Barcellona) ed entrò nel noviziato dell’istituto a Vic il 9 settembre 1906. Le sue destinazioni furono Cullerà, il collegio del Sacro Cuore di Valenza e di nuovo Cullerà. Devota, modesta e operosa, uno dei suoi grandi amori fu l’Eucaristia. Andando verso la salina, luogo del martirio, incoraggiava le altre suore. Chiese di morire per ultima, e intonò il popolarissimo inno eucaristico Cantemos al amor de los amores, e lo cantò fino all’ultimo respiro.

Beata Rosa (Consiglio) Pedret Rull.

Originaria di Falset (Tarragona), dove era nata il 5 dicembre 1864, era entrata nell’istituto il 4 marzo 1886. Aveva emesso la professione perpetua nel 1881. Terminata la formazione, fu mandata a Cullerà, unica destinazione della sua vita religiosa. Era la più anziana della comunità. Il responsabile del comitato della FAI, vedendola così anziana e dolce la invitò ad andar via, ma lei rispose: «No, andrò dove andrà la superiora, anche se fosse alla morte». A Cullerà, conosceva tutti e si interessava di ogni persona. Erano proverbiali la sua bontà e semplicità; fedele alla sua comunità, si mostrava sempre silenziosa e raccolta, unita totalmente a Cristo.

Beata Prudenzia Maria Calaf Miracle.

Nacque a Bonastre (Tarragona) il 18 dicembre 1871. Molto buona di carattere, possedeva nello stesso tempo la tempra dei forti. Quando suo fratello andò a prenderla per metterla in salvo in famiglia, gli disse: «Ciò che sarà di una, sarà di tutte noi». Così fu. Morì fucilata nella salina con le altre otto suore della sua comunità.

Beata Giner Sixta, Desamparados (Amparo).

Era nata a Grao Valenza il 13 dicembre 1877. Attiva, entusiasta, lavoratrice, dava tutta se stessa nel servire gli altri. Entrò nel noviziato di Vic il 2 giugno 1902. Destinata a Cullerà, rimarrà in quella comunità fino alla morte. Silenziosa e raccolta, amante della povertà, la sua passione era Gesù presente nel tabernacolo. Inoltre, suscitava nelle sue alunne un fervore mariano intenso. Riconosciuto uno dei suoi assassini, gli disse, con serenità: «Mi dai la cosa migliore, mi dai il cielo».

Beata Amézua Ibaibarriaga, Francesca.

Nacque ad Abadiano (Biscaglia) il 9 marzo 1881. Una vera basca, di famiglia solidamente cristiana, ereditò una fede pura e forte. Chiamata da Dio alla vita religiosa, entrò nel noviziato delle Carmelitane della Carità a Vitoria il 16 ottobre 1900. Destinata lontano dalla sua terra natale, fu mandata dapprima al collegio di Oliva (Valenza), da dove passò, pochi anni dopo, al collegio della Concezione di Cullerà. L’incarico di cuoca l’aiutò molto ad esercitare la carità. Di carattere affabile ed allegro, ripeteva: «La mia cucina è un pezzetto di cielo, molto meglio di tutti i palazzi del mondo». L’accompagnò fino al momento del martirio un spirito di gaudio soprannaturale ammirato da tutti. Uscendo dalla casa per andare al martirio, ripeteva con fervore: «Sacro Cuore di Gesù. Nove martiri!».

Beata Chambò y Palet, Teresa.

Nacque a Valenza il 5 febbraio 1881. Entrò nel noviziato di Vic il 21 aprile 1900. Dopo aver emesso i primi voti religiosi, fu destinata a Manresa, poi a Denia e quindi a Oliva, dove è ricordata per la bontà del suo carattere e per l’alta qualità del suo insegnamento. Passò infine al collegio per orfane di Cullerà. Sempre modesta e silenziosa, sentiva una grande attrazione per il raccoglimento e la preghiera. Nell’esumare i suoi resti, fu trovato l’anello della sua professione religiosa in una tasca: un simbolo della sua fedeltà a Cristo suo sposo per sempre.

Beata Hernandez Amorós, Agueda.

Originaria di Viilena (Alicante), dov’era nata il 5 gennaio 1893, entrò nel noviziato di Vic il 27 novembre 1918. Dopo varie destinazioni, fu mandata a Cullerà. Attraeva tutti con i suoi modi affabili e la sua precisione. Cuoca delle alunne, era attenta e servizievole con tutte. Scoppiata la furia della persecuzione, la sua famiglia le offrì un rifugio sicuro, ma ella non volle lasciare la casa religiosa. Morì nella salina con le altre allo spuntare del giorno, il 19 agosto 1936.

Beata Vidal Cervera, Dolores.

Nacque il 31 gennaio 1895 a Valenza del Cid. Divenuta suora tra le Carmelitane della Carità, la sua prima destinazione fu Saragozza. Passò poi a Gandia ed, infine, a Cullerà. Le alunne più grandi percepivano la sua ricchezza spirituale, e ne ammiravano la prudenza e la comprensione. Per tale motivo si rivolgevano a lei per parlare dei loro problemi. Le stesse alunne cercarono di metterla in salvo, ma ella rifiutò l’offerta, perché desiderosa di condividere la sorte della sua comunità.

Beata Crespo Lopez, Maria della Neve.

Nacque a Ciudad Rodrigo (Salamanca) il 17 settembre 1897, ma poi con la famiglia si trasferì a Valenza. Entrò nell’istituto religioso l’11 settembre 1922. Nell’educazione alle alunne del collegio di Cullerà, si distinse come eccellente pedagoga. Entrava nella vita delle allieve con soavità ed efficacia. Energica e ferma, rispose ad un miliziano che mai si sarebbe separata dalla comunità.

Morirono martiri il 24 novembre 1936, fucilate nel maneggio di Paterna (Valenza), dove i loro corpi furono abbandonati. Le dodici martiri erano:

Plaja, Niceta (Prudenzia).

Era la superiora della comunità, ed era nata a Torrent, provincia di Gerona, il 31 ottobre 1865. Era entrata nell’istituto religioso a 17 anni. Dopo le destinazioni di Palafrugell e Llagostera, giunse alla Casa di Misericordia di Valenza nel 1886, dove rimase fino al martirio. Quando si scatenò la persecuzione religiosa, volle che le suore originarie di Catalogna e del Levante si rifugiassero in famiglia; lei invece, pur essendo catalana, rifiutò tale opportunità. Fu arrestata con le altre undici consorelle, e quando giunse il momento del martirio chiese di essere fucilata per ultima. Morì dicendo: «Tu me le hai affidate, Signore, ed io le riconsegno a te».

Beata Campillo Paiuagua, Daria (Sofìa).

Era nata a Viteria (Alava) l’8 settembre 1873. Tutta la sua vita fu segnata dalla devozione mariana: ogni festività mariana era un’occasione per trasmetterla anche alle alunne. Oltre ad insegnare i lavori domestici, organizzava una specie di teatro per entusiasmare maggiormente le sue allieve. Persona distinta e gentile, suscitava in tutti allegria. Accolse il martirio in silenzio e semplicità.

Beata Gosens Sàez de Ibarra, Antonia (Timotea).

Nacque a Vitoria (Alava) il 17 gennaio 1870, ed entrò nel noviziato di quella stessa città il 14 luglio 1887. Fu destinata all’ospizio di Valenza, poi a Castellón de la Plana e poco dopo alla Casa di Misericordia di Valenza, dove rimase per il resto della vita. Aiutava in vari uffici, sempre disponibile al lavoro. Allegra e simpatica di carattere, era un elemento pacificatore per tutta la comunità. Nel maneggio di Paterna, quando stavano per ucciderla gridò: «Vita Cristo Re!», e le altre risposero in coro: «Che muoia io per lui!».

Beata Isla Alonso, Paola (Paolina).

Nacque a Villalain Burgos) il 28 giugno 1863. Entrò nel noviziato di Vitoria il 12 novembre 1887. Dopo varie destinazioni giunse a la Casa di Misericordia di Valenza. Sue caratteristiche furono il lavoro, la vita di pietà e il silenzio. Dalla sua persona emanava pace e serenità, ma era sempre pronta a intervenire quando si parlava di cose spirituali.

Beata Cunado Gonzàlez, Maria Consuelo (Sacramento).

Nacque a Bilbao il 2 gennaio 1884. Conobbe le Carmelitane della Carità, ed entrò nel loro noviziato di Vitoria il 28 giugno 1901, a soli 17 anni. Si distingueva per il suo carattere schietto e allegro, per l’intelligenza e la creatività. Da religiosa visse solo nella Casa di Misericordia, dove fu anche direttrice; e in tale funzione voleva che nella formazione delle alunne si andasse oltre la mera istruzione culturale.

Beata Colino Vega, Erundina.

Nata a Lagerejos (Saragozza) il 23 luglio 1883, entrò nel noviziato di Vitoria il 19 febbraio 1915. Trascorse tutta la sua vita religiosa nella Casa di Misericordia. Semplice nel portamento e nel parlare, cercava sempre le occupazioni più umili e che richiedevano sforzo di volontà.

Beata Uribe y Orbe, Feliciana.

Nacque a Mugica (Biscaglia) l’8 mar. 1893, ed entrò nel noviziato di Vitoria il 22 gennaio 1913. La sua unica destinazione fu la Casa di Misericordia, come infermiera. Si fece rispettare da giovani e anziani. Portava tutti, con soavità e fermezza, verso il meglio: all’ordine, alla religiosità e alla pulizia. Aveva sempre la parola giusta e opportuna.

Beata Cayuso Gonzàlez, Candida.

Era nata a Ubiarco (Santander), sulle ripide coste del mare Cantabrico, il 5 gennaio 1901, ed era entrata in noviziato a Vitoria il 15 febbraio 1921. Da suora fu sempre nella Misericordia di Valenza. Compiva responsabilmente i propri doveri. Aveva deciso di non rifugiarsi in famiglia quando scoppiò la persecuzione, e alla cugina che era andata a prenderla disse: «Di’ a tuo padre e ai miei fratelli che non soffrano per me, perché muoio contenta e offro con serenità la mia vita per Gesù».

Beata Ezcurra Urrutia, Chiara.

Nacque a Uribarri di Mondragón (Guipuzcoa), il 17 agosto 1896. Compiuto il noviziato a Vitoria, la sua unica destinazione da religiosa fu la Casa di Misericordia. Ripeteva spesso la frase: «Lavorare fino ad ammalarsi». Ma accanto al lavoro dava il dovuto spazio anche al riposo. Era sempre felice, e si notava. In tutta la vita mostrò allegria, dolcezza e bontà. Raccontava di aver sognato di essere martire.

Beata Odriozola, Maria Concezione.

Nacque ad Azpeitia (Guipuzcoa) l’8 febbraio 1882. Il 10 febbraio 1904 entrò nel noviziato di Vitoria, e dopo essere stata destinata altrove, giunse a Valenza, nella Casa della Misericordia, dove svolse mansioni diverse in guardaroba, infermeria, sagrestia e chiesa. Trovava tempo per tutti, senza mostrare mai nervosismo. Si notava in lei una profonda vita interiore che la portava ad agire con scopi soprannaturali. Da sagrestana riteneva una grazia immeritata il poter partecipare a molte celebrazioni liturgiche. La sua giaculatoria preferita era: «Tutto per voi, Gesù mio».

Beata Mayza Goicochea, Giusta.

Nata ad Ataun, provincia di Guipuzcoa, il 13 luglio 1897, entrò nel noviziato di Vitoria il 15 maggio 1920. Emessi i primi voti fu destinata alla Misericordia di Valenza, dove lavorò in stireria e nell’infermeria. Umile e nascosta, saranno questi i suoi tratti specifici. Efficace nel lavoro, aveva una gioia serena e costante. Sperimentava la certezza di sentirsi «guardata» dal Signore.

Beata Rodriguez Fernàndez, Concezione.

Nacque a Santa Eulalia, nelle fredde regioni di Leon, il 13 dicembre 1895. Entrò nel noviziato di Vitoria il 6 maggio 1916. Presto fu destinata alla Misericordia. Instancabile nel lavoro e nel sacrificio, seppe vedere sempre nella sua vita la mano misericordiosa e provvidente di Dio.

Furono uccise a Valenza anche le martiri:

Beata Lloret Marcos, Ascensione.

Nacque a Gandia il 21 maggio 1879. Il 6 dicembre 1898 entrò nel noviziato delle Carmelitane della Carità di Vic. Dopo varie destinazioni, l’ultima fu Benejama. Si distinse per la sua discrezione: viveva nel nascondimento, sempre pronta a qualsiasi sacrificio. Il martirio la colse insieme a suo fratello religioso degli Scolopi nella proprietà di famiglia de la Maqueta (Valenza) dove si erano rifugiati, il 7 settembre 1936.

Beate Ximénez, Purificazione e sua nipote Maria Giuseppa Del Rio,

originarie rispettivamente di Tarragona e di Barcellona. La Ximénez era una religiosa ben nota tra le Carmelitane della Carità: possedeva qualità e spirito soprannaturale eccezionali. Dopo una perquisizione nella casa di sua sorella Sofia, dov’era rifugiata, fu arrestata insieme ai familiari il 23 settembre 1936. I cadaveri della Ximénez, della sorella Sofia, del figlio di lei Luigi, e della nipote Maria Giuseppa, furono trovati all’incrocio di Campanar e Benicalap, a Valenza.

Tutte, avendo testimoniato il Vangelo fino all’effusione del sangue, appartengono alla seminagione dei Martiri che ha caratterizzato il secondo Millennio di vita cristiana e ha fatto della Chiesa nuovamente Chiesa dei Martiri.

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