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28 Novembre 2020 giorno intero
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28 NOVEMBRE

28 novembre 1568

Nella lettera dell’8 gennaio 1569, il Priore Generale dell’Ordine Giovanni Battista Rossi, alle monache di Medina del Campo scriveva: «Desidererei sentire che ci sono dei Conventi di Carmelitani contemplativi per servire le vostre case e le nostre sorelle negli affari spirituali». Per la verità uno già esisteva. In una povera fattoria che don Raffaele Meja y Velazques aveva regalato a Teresa di Gesù. Oggi, prima domenica d’Avvento, essendo Sommo Pontefice San Pio V, Imperatore Massimiliano II e Re delle Spagne Filippo II e Generale dell’Ordine Giovanni Battista Rossi, in Duruelo, nei pressi di Avila, in Spagna Giovanni della Croce e Antonio di Gesù (Heredia) iniziano la Riforma Teresiana, la nuova vita carmelitana, nel cascinale riadattato a conventino. Il Provinciale, Alonso González, celebra la Messa durante la quale Antonio di Gesù, Giovanni della Croce e Giuseppe di Cristo, un diacono e membro del Convento di Medina del Campo ricevono l’abito degli scalzi di rozza lana non tinta e si tolsero le scarpe quindi nelle mani del Provinciale emettono la professione, secondo la Regola del 1247. Un altro religioso che cominciò questa vita fu Lucas de Celis, il quale però non rinunciò alla Regola mitigata. Il Provinciale nominò Antonio di Gesù superiore. L’anno seguente Duruelo è eretto in priorato e casa di noviziato, con Antonio di Gesù priore e Giovanni della Croce Maestro dei novizi. Il Convento in realtà era «un portico discreto, una camera divisa in due, un solaio e una piccola cucina: ecco l’edificio di quel nostro Convento!». Teresa di Gesù ripassando nel marzo del 1569 così descrive la vita nella piccola Betlemme di Duruelo: «Arrivai di mattina. Antonio di Gesù (Heredia) stava spazzando sulla porta della chiesa con quel suo aspetto sorridente che gli è abituale. Gli dissi; “cos’è questo, padre mio? Ma dov’è andato l’onore”. “Maledetto il tempo che ne feci caso!”, rispose lui, significandomi il gran contento che ne aveva. Entrata in chiesa, fui presa d’ammirazione. Nel vedere lo spirito di fervore che il Signore vi aveva diffuso… Quante croci! Quanti teschi!… Il coro era stato fatto sul solaio verso il mezzo, dove il tetto era più alto. Là potevano dire le Ore e ascoltare la Messa, ma per entrare dovevano molto incurvarsi. Nei due angoli vicini alla cappella avevano disposto due piccoli romitori, nei quali non potevano stare che prostrati o seduti: ciò nonostante toccavano quasi il tetto con la testa. Vi avevano messo del fieno perché il luogo era molto freddo. Due finestrelle che davano sull’altare, due pietre per guanciali, e poi croci e teschi. Seppi che dopo Mattutino, invece di ritirarsi in cella, rimanevano là in orazione fino a Prima; vi si immergevano in tal modo che alle volte, levandosi per andare a Prima, si trovavano con gli abiti carichi di neve, caduta loro addosso senza che se ne fossero accorti! Andavano a predicare in molti villaggi vicini dove gli abitanti erano senza istruzione religiosa… Andavano a predicare a una lega e mezza e anche due lontano, assolutamente scalzi, perché le alpargatas, che allora non portavano, furono prescritte soltanto più tardi. Andavano così anche quando faceva freddo e vi era molta neve. E dopo aver predicato e confessato, tornavano in Convento a mangiare, molto tardi. La gioia che sentivano rendeva facile ogni cosa» (Fondazioni 14, 6-8). Il Convento di Duruelo avrà vita breve, l’11 giugno del 1570, la comunità si trasferirà nella nuova sede a Mancera de Abajo.

28 novembre 1656

Nella città di Parigi, in Francia, fondazione del quarto Monastero delle nostre monache sotto il titolo di Santa Teresa, ma maggiormente conosciuto dal nome della via in cui venne traslato in seguito: Rue de Bouloy. Durante il tempo della guerra della Fronda le carmelitane dell’Incarnazione di Parigi ottennero da Luigi XIV le patenti per acquisire una casa dove potersi rifugiare in caso di disordini. Questa casa chiamata fin dall’inizio «L’Ospizio», si fondò in via Pavé. Le monache destinate alla fondazione furono: Giovanna della Croce (Renard), Caterina del SS. Sacramento (Biet), Maria di San Giuseppe, Luisa della Misericordia (Pallot), Anna dell’Assunzione (Planche), Teresa dello Spirito Santo (Coutin), Francesca degli Angeli, Giovanna di San Giuseppe, Maria di San Benedetto (Gessé), Maria di Santa Maddalena (Langlois) e Francesca di San Giovanni. La Comunità non era governata da una priora, ma da una sottopriora, dipendendo in tutto dal Carmelo dall’Incarnazione e durava in carica un anno. La Regina Maria Teresa, Infanta di Spagna e Regina di Francia per il suo matrimonio con Luigi XIV, fa la vera fondatrice del Monastero. Non volendo che le sue intime amiche, Teresa di Gesù (Ramenecour) e Francesca della Croce (Vieville), potessero essere richiamate al Carmelo dell’Incarnazione, ottenne dal re, suo sposo, le patenti reali per dare autonomia all’Ospizio. Il nuovo Carmelo venne eretto così 12 gennaio del 1664 e da qui venne traslato a sede più adeguata, appunto in via Pavé. La Rivoluzione Francese confiscò il loro Monastero e le monache il 14 settembre 1792, si dispersero in piccoli gruppi per la città e conducendo la loro vita contemplativa per quanto fosse possibile. Alcune conobbero il carcere e tutte trovarono molto da soffrire.

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