Quando:
16 Dicembre 2018 giorno intero
2018-12-16T00:00:00+01:00
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16 DICEMBRE

15 dicembre 1659

Beata Maria degli Angeli, vergine

Memoria

16 dicembre 1562

Giovanni Battista Rossi di Ravenna, è nominato Vicario Generale dell’Ordine dopo l’improvvisa morte del Priore Generale dell’Ordine Giovanni Audet.

16 dicembre 1618

A Limoges in Francia fondazione del Monastero delle nostre monache sotto il titolo della Madre di Dio e di San Giuseppe. L’idea della fondazione venne alla Signora Benoist, sposa del Tesoriere di Francia e madre di una Carmelitana di Bordeaux. I coniugi Benoist entusiasmarono il Cardinale de Bérulle superiore dei Carmeli francesi. Fu scelta come priora fondatrice Isabella degli Angeli (Márquez) una delle carmelitane spagnole che introdussero il Carmelo in Francia nel 1604. Proveniva dal Carmelo di Touluse con Maria della Natività (Cousin), professa di Amiens; Maria della Annunciazione e Maria della Croce venute entrambe da Bordeaux; Maria dell’Incarnazione (Rosséguier), Giovanna dell’Incarnazione e la rotara suor Francesca tutte e tre venute da Toulouse. Dal Carmelo di Limoges nacquero i Carmeli di Angoulême (1654) e Brive-La-Gaillarde (1663). Forzate dagli emissari della Rivoluzione Francese le carmelitane si dispersero il 17 gennaio 1791. Alcune tra loro furono incarcerate per aver rifiutato di prestar giuramento di fedeltà alla Costituzione civile; la maggioranza delle monache continuò a vivere discretamente la loro vita regolare sparse per il mondo.

16 dicembre 1638

A Vilna città della Lituania, fondazione del primo Monastero delle nostre monache sotto il titolo dei San Giuseppe. Il fondatore del Monastero fu il Vice cancelliere del Ducato di Lituania con la sua sposa la principessa Radzivitowa e il Signore di Tock, Stefano Pac e la sua sposa Anna Maria. Ottenuti i permessi necessarie chiesero le monache ai Monasteri di San Martino di Cracovia e a quello di Lublino in Polonia. Come priora fondatrice fu inviata Eufrasia di San Giacomo (Piaseczenska). La accompagnano Angelica del SS Sacramento (Filipowic), Maria Maddalena del Salvatore (Zaboklicka) e Anna di San Bartolomeo.

16 dicembre 1717

Nel Monastero di Santa Cristina in Torino muore la Beata Maria degli Angeli (Marianna dei Conti Fontanella). Visse da vera figlia di Santa Teresa di Gesù. «Vengo dall’amore, vado all’amore, faccio tutto per amore». Lascia numerose lettere e alcune relazioni spirituali autobiografiche (inedite).

NARRAZIONE DEL TRANSITO DELLA BEATA MARIA DEGLI ANGELI

Fondatrice del Monastero di Moncalieri

Introduzione

L’anno dell’Incarnazione di Signore Nostro Gesù Cristo 1717, 22,30, 16 dicembre, la Beata Maria degli Angeli, entra nella vita. Il Beato transito avviene nel Carmelo di Santa Cristina in Torino. Visse da vera figlia di Santa Teresa di Gesù. «Vengo dall’amore, vado all’amore, faccio tutto per amore»

Verso il tramonto

Durante l’anno del 1716 la salute di Madre Maria degli Angeli appariva molto compromessa. Colpita da paralisi all’inizio dell’anno, era ormai immobile a letto da parecchio tempo quando, la vigilia dell’Annunciazione, il 24 marzo, dietro suggerimento delle monache, Luigi di Santa Teresa, suo confessore, ricorrendo a un mezzo che in tutta la vita di Maria si era rivelato infallibile, le ordinò di partecipare il giorno seguente alla Messa con le consorelle per ricevere Gesù nella Comunione.

La malata si fece portare la mattina seguente in coro su una sedia e al momento di ricevere la Comunione vide Gesù con Maria e Giuseppe. Rivolgendole la parola, il Signore le disse con dolcezza, «Figlia, io sono il Potente, e come tale ti guarisco». Immediatamente la Madre, tra la sorpresa generale della comunità, si alzò di scatto e si mise in ginocchio, completamente padrona dei suoi movimenti. Era davvero guarita. Riprese la vita normale della comunità, ritornando alle sue solite penitenze; ma appariva assai deperita e stanca.

Si avvicinava lo scadere del mandato della priora in carica e, ancora una volta, le consorelle pensarono di affidare a lei il delicato ufficio per il triennio successivo. Ma l’interessata era di tutt’altro parere.

Accorgendosi di quanto stava succedendo, pensò di convincere il padre Luigi a dissuadere la comunità dal suo proposito. Visto che egli non se la sentiva perché gli pareva di opporsi alla volontà di Dio manifestata attraverso il desiderio delle consorelle, la Madre Maria, dopo un istante di silenzio, supplicò: «padre, mi dia almeno il permesso che io mi aggiusti col mio Gesù». Sorridendo, il padre le rispose: «Sì, figlia, si aggiusti col suo Gesù!».

Come sollevata da un incubo, la Madre uscì dal parlatorio tutta gioiosa: il Signore, Lui solo, conosceva l’ardore del fuoco che la consumava. Tutta la sua vita era stata una ricerca appassionata di Dio: ora il desiderio di incontrarlo faccia a faccia, di inabissarsi per sempre in Lui era diventato incontenibile.

Quello che avvenne tra la Madre e Gesù non lo conosciamo, ma i fatti dimostrano quanto ella sapesse aggiustarsi bene con Lui.

Il 9 dicembre 1717 fu assalita da una forte febbre che la gettò in una prostrazione profonda. Chiamati d’urgenza, i medici dichiararono il suo stato molto grave. Le monache preoccupate, chiesero ancora una volta al padre Luigi di comandare alla Madre di guarire, ma questa volta egli dichiarò che non se la sentiva.

Nessuno come lui conosceva i segreti aneliti di quell’anima di fuoco, distaccata ormai da tutti i legami terreni e ansiosa solo di congiungersi per sempre al suo Gesù.

Le portarono la Comunione e, durante il ringraziamento, le consorelle che l’assistevano la sentirono esclamare:

«O Signore, se volete darmi più di patire, datemene; solo vi chiedo che mi lasciate la testa libera, così che possa più amarvi. Per il resto, fate di me quanto volete».

In quel momento entrò l’infermiera e sentendola pregare così, la rimproverò amorevolmente. «Madre, non chieda più di patire, perché ha già patito abbastanza». Con gravità e dolcezza ella rispose: «O figlia, di più, di più! Se conoscessi il bene che è nascosto nel patire!».

Nonostante le cure assidue dei medici, le condizioni dell’inferma precipitarono. La sera del 15 dicembre le fu portato il viatico. Prima di comunicarsi, in presenza di tutta la comunità e di padre Luigi e padre Costanzo che l’assistevano, domandò perdono a tutte con parole tanto umili e tenere da suscitare negli astanti una profonda commozione. Il padre Costanzo la invitò a non continuare per non aumentare il dolore in chi l’ascoltava.

I medici vollero tentare un ultimo rimedio nella speranza di salvarla: una cavata di sangue. Quando le chiesero se era disposta a sottoporvisi per amore di Gesù, rispose con slancio: «Sì, sì, fino all’ultima goccia».

La notte seguente rimase alquanto assopita. Di tanto in tanto si sollevava improvvisamente a sedere esclamando che doveva andare a fare la Comunione.

A un certo punto si sollevò con impeto e, nel parossismo della febbre, esclamò: «Il mio Gesù, incontro al mio Gesù… Lasciatemi andare incontro al mio Gesù!».

E il suo Gesù non la fece attendere a lungo.

Verso sera del giorno seguente, circondata dalla comunità in lacrime e assistita dal padre Luigi, appariva ormai prossima al dolce incontro. Accorgendosi che il respiro si faceva sempre più fievole, il padre le accostò il Crocifisso, ed ella lo baciò con grande tenerezza. Poi il padre, con voce commossa, tenendole il Crocifisso all’altezza del viso, esclamò: «Madre Maria degli Angeli, ella è vissuta finora per obbedienza; se il buon Gesù la vuole con sé, muoia per obbedienza, rendendo l’anima a chi gliel’ha data».

«In qual punto diede come uno slancio, quasi come chi volesse volare. Aprendo gli occhi li fissò sul Crocifisso con uno sguardo amoroso e tanto maestoso, che comunemente si giudicò che il Signore le si facesse vedere nella sua propria persona.

E in quel momento, senza agonia, dolcemente spirò, restando in volto serena e maestosa».

Erano le 22,30 del 16 dicembre 1717.

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